teleassistenza e telesalute

Covid-19 e innovazione tecnologica in Sanità: il caso della Asl Napoli 3 Sud

Dall’inizio della pandemia, ogni organizzazione sanitaria si è spinta oltre i propri limiti pur di rispondere nel miglior modo possibile all’emergenza. Le tecnologie utilizzate sono molteplici, tutte immaginate e programmate ma mai testate in maniera così incisiva. Vediamo quelle usate dalla Asl Napoli 3 Sud

Pubblicato il 21 Mag 2020

Gennaro Sosto

Direttore Generale ASL Napoli 3 Sud - Coordinatore nazionale Area Innovazione e Tecnologie sanitarie – Federsanità ANCI

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Intelligenza artificiale, geo-localizzazione e contact tracing, mobile app (come Immuni), SMS, chatbot, robot per la sanificazione degli spazi. Sono solo alcune delle innovazioni gestionali e strutturali che le ASL hanno introdotto per far fronte all’emergenza Covid-19.

La pandemia ha spinto in avanti processi che si sono consolidati, e che oggi sono il nuovo standard per ogni Azienda.

Le soluzioni digitali della ASL Napoli 3 Sud

Alcune delle esperienze della ASL Napoli 3 Sud sono esplicative di come questo processo si sia irrobustito. In questo senso, ad esempio, si sono avviati percorsi di teleassistenza e tele salute che coinvolgono i centri diabetologici. La Regione Campania ha fornito indicazioni specifiche in queste settimane per l’organizzazione dei servizi di diabetologia. L’Asl Napoli3 Sud ha reso operativi tutti i propri distretti con la teleassistenza per garantire la continuità assistenziale delle persone con diabete, nonostante il Covid-19. Il progetto si inserisce nel quadro delle misure rivolte al contenimento della diffusione dell’epidemia da Covid-19, con specifico riferimento alle categorie fragili e a coloro che sono affetti da patologie croniche come il diabete mellito. Con l’attivazione della telemedicina, televisita/telesalute, la sanità pubblica garantisce continuità ed efficacia delle cure offerte dalle strutture specialistiche. I cittadini con diabete saranno al centro del sistema assistenziale, per evitare la progressione delle complicanze correlate al diabete mellito e contenere il peggioramento dello stato di salute in corso di infezione da Covid-19.

La teleassistenza diabetologica è organizzata con un flusso di lavoro che coinvolge diabetologi e medici di medicina generale. Il paziente o il suo caregiver, che non deve effettuare visita urgente/breve (unica modalità consentita per accedere in ambulatorio in epoca Covid-19), ma che per l’ordinanza sul distanziamento sociale non può accedere in ambulatorio, viene contattato telefonicamente dal servizio di diabetologia ed informato delle nuove modalità di assistenza. Contestualmente viene fornito il numero di uno smartphone del servizio di diabetologia, con cui potrà comunicare, anche in videochiamata. Il paziente o il caregiver, per attivare la visita diabetologica, chiede al medico di medicina generale la prescrizione dell’impegnativa dematerializzata/ricetta per visita diabetologica di controllo in televisita. La refertazione, poi, sarà inviata successivamente direttamente dal personale del servizio di diabetologia al paziente o al caregiver, da mail aziendale, la relazione clinica di fine visita e l’eventuale richiesta di accertamenti.

Strategici sono anche strumenti quali Teams e Skype, grazie a cui è possibile continuare i percorsi di cura e riabilitazione. In particolare, un gruppo di logopedisti sta proseguendo l’attività con i piccoli pazienti che si collegano da casa e un team di psichiatri sta dando continuità alle proprie terapie attraverso video-sedute con i pazienti, che mai come in questo momento stanno affrontando una situazione di particolare stress.

La comunicazione ai cittadini

Per quanto riguarda la comunicazione e l’informazione di corrette notizie ai cittadini, soprattutto in questo momento in cui è necessaria l’esigenza, da parte della cittadinanza, di avere informazioni certificate che provengano da fonti credibili si è affinato ulteriormente l’utilizzo dei dati per offrire un servizio migliore ai cittadini. In questo senso le chatbot e gli assistenti virtuali rappresentano ambiti d’applicazione vasti, anche per affrontare la pandemia attraverso una migliore autovalutazione dei sintomi.

I cittadini e i pazienti apprezzano i chatbot, perché sono una chiave d’accesso a un’interazione rapida, immediata e conveniente con i servizi aziendali. Queste soluzioni tecnologiche consentono di sviluppare veri e propri uffici di comunicazione ai cittadini da parte delle Aziende sanitarie, una sorta di URP online. I chatbot incorporano funzioni di machine learning, imparano cioè dagli errori e dai comportamenti degli utenti.

Grazie alla collaborazione tra Microsoft e Inail, l’ASL Napoli 3 Sud si è avvalsa gratuitamente della soluzione Healthcare Bot, testandolo su un bacino di oltre un milione di utenti. Questa ha consentito di rendere accessibile sul portale aziendale un assistente digitale per l’autovalutazione dei sintomi del coronavirus. Tecnologia applicata anche allo Spallanzani e all’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata a Roma.

Il chatbot utilizzato (che si sviluppa sulla piattaforma cloud Azure e sull’Intelligenza Artificiale di Microsoft) integra set di informazioni sul Covid-19 in riferimento a valutazione del rischio, triage clinico, faq e metriche globali. È dinamico e può essere interrogato dai pazienti, agevolando anche il personale medico e ospedaliero. Il cloud computing e l’intelligenza artificiale si stanno rivelando strategici per integrare sempre più informazioni dell’expertise locale e internazionale.

I dati sono importanti perché riescono a raccontare come nasce, si sviluppa e progredisce ogni sintomo e ogni malattia. Più informazioni sono reperibili dal sistema sanitario, più efficiente sarà l’azione e l’operatività nell’assistenza e nella cura.

Le app di contact tracing

Per le organizzazioni sanitarie e per la gestione della pandemia, il prossimo passaggio, già in fase di rilascio, è sicuramente quello legato alle app di contact tracing, (Immuni, la app italiana pronta per il suo lancio definitivo). Queste nascono per perseguire il raggiungimento di due obiettivi: consentire ai cittadini di adottare misure di distanziamento sociale più efficaci e attivare sistemi di allerta, prevenzione e tracciamento. La normativa privacy, europea e nazionale, ha causato una vera rivoluzione circa il trattamento dei dati, in particolar modo in ambito sanitario. Il Regolamento Europeo sulla protezione dei dati personali impone un generale divieto di trattamento per i dati genetici, sulla vita e le abitudini sessuale, biometrici e più in generali sugli stati psicofisici passati, presenti e futuri delle persone. È vero però che la crisi ha dato un impulso determinante per nuove soluzioni. L’ uso dei dati, che la privacy dispone siano totalmente anonimizzati, può servire alla geolocalizzazione e alla mappatura delle patologie e dei sintomi. Per le app di contact tracing è quindi fondamentale un’adeguata formazione privacy del personale e la predisposizione da parte della governance di policy idonee ad un corretto trattamento dei dati personali. Un aspetto a cui l’ASL Napoli 3 Sud ha prestato particolare attenzione, come da Ordinanza n. 2180 del Mistero della Salute, che ha imposto la distruzione dei dati personali e della documentazione sanitaria, entro 60 giorni, nei casi di negatività al virus Covid-19 a seguito di tampone.

L’uso dei dati aggregati e anonimizzati relativi alla popolazione è necessario per monitorare e valutare l’impatto e l’efficacia delle misure di confinamento sull’intensità dei contatti oltre che per delineare una strategia coordinata di uscita dalla crisi.

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